[Becca di Monciair, Ciarforon, Tresenta e Gran Paradiso, febbraio 1915] Francesco Ravelli

AUTHOR:
Ravelli, Francesco ( Fotografo )
DATE:

2001 [stampa]


Cfr. pos. b/n gelatina bromuro d'argento su carta 13 x 18 cm, collocazione 2.1.756/VII/008. Cfr. neg. b/n gelatina bromuro d'argento su pellicola 13 x 18, collocazione 2.3.58/VI/008.

Cfr. Il laboratorio dell'alpinismo : Francesco Ravelli e la fotografia di montagna, a cura di Giuseppe Garimoldi e Alessandra Ravelli, Torino : Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi : Club alpino italiano. Sez. di Torino, 2001, p. 69.

Francesco Ravelli (Orlongo 1885 – Torino 1985) detto “Cichìn” cominciò la carriera alpinistica nel 1906 con la salita alla Punta Gnifetti, coltivando contemporaneamente l’hobby per la fotografia, che gli consentì di lasciare ricca documentazione delle sue salite e della loro preparazione. Non solo ripetitore di grandi vie, ma anche scopritore di itinerari nuovi, nel 1909 iniziò il lungo sodalizio con i fratelli Gugliermina, con i quali effettuò numerose prime. Socio CAI di Torino fu ammesso nel CAAI nel 1911, dopo la traversata del Cervino con il fratello Zenone e il cugino Luigi. Attivo fino in tarda età, fu autore di “prime” di importanza storica, tra cui: Monte Bianco per la cresta integrale dell’Innominata con variante diretta; cresta sud ovest dell'Aiguille de Leschaux; Mont Blanc du Tacul dal gran canalone nord-est; Grandes Jorasses dalla cresta des Hirondelles e dalla cresta di Pra Sec; Aiguille de Trélatête dalla parete nord est; Picco Gugliermina; Lyskamm occidentale dalla parete sud; Tagliaferro dalla parete nord; Gr. Arolla dalla parete sud-sud est. I fratelli Ravelli convertirono l’officina meccanica, impiantata a Torino dal padre, in negozio di articoli sportivi con annesso laboratorio di attrezzi alpinistici in Corso Ferrucci 70, da cui uscirono i bivacchi prefabbricati, conosciuti come bivacchi Ravelli. Cfr. Catalogo Bolaffi dei grandi alpinisti piemontesi e valdostani, a cura del Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi Cai Torino; schede e selezione dei nomi a cura di Roberto Mantovani, Torino : Giulio Bolaffi editore, 2002, p. 70; Enciclopedia della Valle d'Aosta, Pietro Giglio, Oriana Pecchio, Bologna : Zanichelli, 2005, pp. 337-338; Il laboratorio dell'alpinismo : Francesco Ravelli e la fotografia di montagna, a cura di Giuseppe Garimoldi e Alessandra Ravelli, Torino : Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi : Club alpino italiano. Sez. di Torino, 2001.

La ripresa mostra un alpinista con sullo sfondo la Becca di Monciair, il Ciarforon, Tresenta e Gran Paradiso. l Gran Paradiso è l'unico massiccio montuoso culminante a oltre 4000 metri interamente in territorio italiano. Il parco è interessato da cinque valli principali: Val di Rhêmes, Val di Cogne, Valsavarenche, Valle dell'Orco e Val Soana; in particolare, ne delimitano approssimativamente i confini la Val di Cogne a nord, la Val di Rhêmes a ovest, Valle dell'Orco a sud e la Val Soana a est. La fascia che va dai tre ai 4000 m è ammantata di 59 candidi ghiacciai più estesi sul lato valdostano, di cui almeno 29 sono costantemente monitorati dai guardaparco. Si tratta di ghiacciai perenni ma relativamente recenti essendosi formati durante la piccola glaciazione" del secolo XVII. Dalla cima più alta (4061 m) parte la dorsale che divide Cogne da Valsavarenche la quale, scendendo verso Aosta, si impenna nelle due vette dell'Herbétet (3778 m) e della Grivola (3969 m). Sul versante piemontese si stagliano verso il cielo il Ciarforon (3642 m), la Tresenta (3609 m), la Becca di Monciair (3544 m). Queste montagne sono facilmente individuabili, da un occhio esperto, anche dalla pianura torinese. Il Ciarforon è una delle vette più singolari delle Alpi: sul versante aostano è ricoperto da un'enorme calotta ghiacciata; dal Piemonte appare come uno spoglio monte di forma trapezoidale. La Torre del Gran San Pietro (3692 m) e i Becchi della Tribolazione (3360 circa) si trovano nell'alto vallone di Piantonetto; il punto di osservazione privilegiato è il rifugio Pontese al Pian delle Muande di Teleccio. Dalla Punta di Galisia (3346 m), un monte sulla cui sommità si incontrano i confini di Piemonte, Valle d'Aosta e Francia, si stacca in direzione sud-est un crinale fatto di cime frastagliate e appuntite che culminano nell'imponente bastionata rocciosa delle tre Levanne (3600 m circa): sono le dentate e scintillanti vette che ispirarono l'ode "Piemonte" al poeta Giosuè Carducci che nel 1890 ebbe modo di venire da queste parti mentre presiedeva gli esami di maturità a Cuorgnè. La Granta Parey (3387 m) è la montagna simbolo della Val di Rhêmes: segna il punto più occidentale del parco. Le vette del settore orientale del parco sono più basse; tra di esse spiccano la Punta Lavina (3274 m) e la Rosa dei Banchi (3164 m). Cfr. S. Ardito, Il parco nazionale Gran Paradiso, Iter Edizioni, 1996; R. Chabod, U. Manera, C. Rabbi, Gran Paradiso, Guida ai Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1980. "

OBJECT

Neve, Alpinisti, Persone, Gran Paradiso, Alpi Graie, Tresenta, Becca di Monciair, Ciarforon

DESCRIPTION

1 pos. b/n gelatina bromuro d'argento su carta 30,4 x 40,6 cm

FIELD

Stampa fotografica

SKU

F5993

PLACE OF CONSERVATION

Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino

CATALOGED BY

Museo Nazionale della Montagna - CAI - Torino