[1900-1925 circa]
Accetta (piolet) in ferro con manico in legno per la lavorazione dei sabot in Val d’Ayas, Valle d'Aosta.
Di antica e sconosciuta origine, i sabot venivano realizzati nei Paesi Bassi, nella zona del Massiccio del Giura, lungo i Pirenei e più in generale nella Francia settentrionale. Il sabotier è l'artigiano che produce i sabot. Su un particolare cavalletto (cartchôt) si taglia il tronco a seconda della lunghezza voluta per il sabot. Si ricavano così due grossi pezzi di legno che vengono immediatamente sgrossati con un'accetta (piolet). A questo punto il lavoro si sposta sul banco di lavoro (banc di tsôque), dove si continua a dare forma alla calzatura: questo passaggio si chiama échapolà. È ora possibile scavare la parte interna del sabot mediante un succhiello con punta a vite (travéla) a cui si imprime un movimento rotatorio. Per le rifiniture nella parte interna si utilizza invece uno scalpello a foglia (lénguetta). Si procede poi con la realizzazione del tallone e della punta con un coltello da banco. Per rifinire meglio l'esterno del sabot si usa il coltello a due mani (coutél dè dove man) un attrezzo molto particolare che richiede anche un'apposita protezione, un pezzo di legno legato alla vita con una correggia (pétsa). Nell'ultima fase della lavorazione si modellano gli orli dell'entrata mediante un coltello a lama fissa (coutel dréit). I nuovi sabot vengono numerati con un'apposita matita (créyón di tsôque). Infine, per rendere più robusta e durevole la calzatura, si fa passare del filo di ferro nell'orlo dell'entrata mediante un particolare seghetto (resséón di tsôque). Riferimenti bibliografici: - I sabotier d'Ayas : mestiere tradizionale di una comunità valdostana / Luigi Capra, Saverio Favre, Giuseppe Saglio. - Ivrea : Priuli & Verlucca, 1995.
Valle d'Aosta, Val d'Ayas, Calzature, Attrezzi
1 accetta 99 x 28 cm
Manufatti (in generale)
OG16
Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino
Museo Nazionale della Montagna - CAI - Torino