Calco in gesso di incisione rupestre su base in legno, Fontanalba 300 [...] 7", realizzato tra il 1935 e il 1942 per inserirlo nel nuovo allestimento del Museo Nazionale della Montagna. Riferimenti bibliografici: - 2.2: Sale espositive e mostre / testi di Aldo Audisio. - Torino : Museo Nazionale della Montagna "Duca degli Abruzzi" ; Club Alpino Italiano-sezione di Torino, 1981, p. 83, 86; - Guida al Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi della Sezione di Torino del Cai : Monte dei Cappuccini Torino. - [Roma] : Centro alpinistico italiano, 1942, p. 226 (estratto dalla rivista "Le Alpi" n. 10-11-12, 1942).

Sulla "Via Sacra" di Val Fontanalba sono presenti tra loro in associazione, in composizione, e in qualche caso anche in sovrapposizione, figure cornute, scene di aratura, figure geometriche e rappresentazioni d'armi; dominanti sono comunque le figure cornute. Arare la terra era non solo un modo per seminare e per farla produrre, ma anche un modo per evocare la presenza divina, per indurre il dio preposto alla fertilità della stessa ad intervenire; l'aratro era considerato uno strumento sacro, indispensabile per la consumazione dei riti connessi alla propiziazione della fecondità, della fertilità e con esso i buoi che lo tiravano, animali votati alla sacralità della terra e contemporaneamente al dio del cielo. L'uomo è solo fruitore di beni, semplice intermediario tra il mondo soprannaturale del quale sono partecipi gli animali, i bovidi, ed il mondo materiale nel quale vive. Rappresentare i bovidi e le scene di aratura è rappresentare il dio, ad arare non è l'uomo ma è la divinità a sembianze animali. L'uomo può solo chiedere, offrire sacrifici, pregare, invocare tale intervento divino. Riferimenti bibliografici: - Le incisioni rupestri di Monte Bego / Ausilio Priuli. - Ivrea (To) : Priuli & Verlucca, 1984, p. 23-56. "