2001 [stampa]
Stampa a contatto da negativo originale. Per il negativo corrispondente, cfr. neg. b/n su pellicola 13 x 18 cm, collocazione 2.3.58/V/006
Il laboratorio dell'alpinismo: Francesco Ravelli e la fotografia di montagna, a cura di Giuseppe Garimoldi e Alessandra Ravelli, Torino: Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi: Club alpino italiano. Sez. di Torino, 2001, p. 72
Data attribuita in base a confronto bibliografico, cfr. Il laboratorio dell'alpinismo : Francesco Ravelli e la fotografia di montagna, a cura di Giuseppe Garimoldi e Alessandra Ravelli, Torino : Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi : Club alpino italiano. Sez. di Torino, 2001, p.72
La stampa raffigura la Punta Maquignaz, che è stata scalata per la prima volta da Evans Mackenzie con le guide Luigi Carrel, Antoine Maquignaz e André Pellissier, il 29-30 agosto 1894, per la cresta est. Il toponimo venne attribuito da Luigi Vaccarone, che con il Mackenzie ne aveva tentato la conquista, per ricordare Jean Joseph Maquignaz, famosa guida di Valtournanche. cfr; Guide d'Italia: Alpi Pennine volume II, Gino Buscaini, Milano: Club alpino italiano: Touring club italiano, 1970, pp. 288-289
Francesco Ravelli (Orlongo 1885 – Torino 1985) detto “Cichìn” cominciò la carriera alpinistica nel 1906 con la salita alla Punta Gnifetti, coltivando contemporaneamente l’hobby per la fotografia, che gli consentì di lasciare ricca documentazione delle sue salite e della loro preparazione. Non solo ripetitore di grandi vie, ma anche scopritore di itinerari nuovi, nel 1909 iniziò il lungo sodalizio con i fratelli Gugliermina, con i quali effettuò numerose prime. Socio CAI di Torino fu ammesso nel CAAI nel 1911, dopo la traversata del Cervino con il fratello Zenone e il cugino Luigi. Attivo fino in tarda età, fu autore di “prime” di importanza storica, tra cui: Monte Bianco per la cresta integrale dell’Innominata con variante diretta; cresta sud ovest dell'Aiguille de Leschaux; Mont Blanc du Tacul dal gran canalone nord-est; Grandes Jorasses dalla cresta des Hirondelles e dalla cresta di Pra Sec; Aiguille de Trélatête dalla parete nord est; Picco Gugliermina; Lyskamm occidentale dalla parete sud; Tagliaferro dalla parete nord; Gr. Arolla dalla parete sud-sud est. I fratelli Ravelli convertirono l’officina meccanica, impiantata a Torino dal padre, in negozio di articoli sportivi con annesso laboratorio di attrezzi alpinistici in Corso Ferrucci 70, da cui uscirono i bivacchi prefabbricati, conosciuti come bivacchi Ravelli. Cfr. Catalogo Bolaffi dei grandi alpinisti piemontesi e valdostani, a cura del Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi Cai Torino; schede e selezione dei nomi a cura di Roberto Mantovani, Torino : Giulio Bolaffi editore, 2002, p. 70; Enciclopedia della Valle d'Aosta, Pietro Giglio, Oriana Pecchio, Bologna : Zanichelli, 2005, pp. 337-338; Il laboratorio dell'alpinismo : Francesco Ravelli e la fotografia di montagna, a cura di Giuseppe Garimoldi e Alessandra Ravelli, Torino : Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi : Club alpino italiano. Sez. di Torino, 2001
Attrezzature, Alpinisti, Funi, Alpi Pennine, Punta Maquignaz, Rocce
19 pos. b/n gelatina bromuro d'argento su carta 12,5 x 17,5 cm
Stampa fotografica
F7026
Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino
Museo Nazionale della Montagna - CAI - Torino