[Bivacco del CAAI Club Alpino Accademico Italiano] Francesco Ravelli

AUTORE:
Ravelli, Francesco ( Fotografo )
DATA:

2001 [stampa]


Cfr. pos. b/n gelatina bromuro d'argento su carta 8,8 x 12,8 cm, collocazione 2.1.768/XVII/015. Cfr. neg. b/n gelatina bromuro d'argento su vetro 6,4 x 9 cm, collocazione 2.3.94/I/015.

Francesco Ravelli (Orlongo 1885 – Torino 1985) detto “Cichìn” cominciò la carriera alpinistica nel 1906 con la salita alla Punta Gnifetti, coltivando contemporaneamente l’hobby per la fotografia, che gli consentì di lasciare ricca documentazione delle sue salite e della loro preparazione. Non solo ripetitore di grandi vie, ma anche scopritore di itinerari nuovi, nel 1909 iniziò il lungo sodalizio con i fratelli Gugliermina, con i quali effettuò numerose prime. Socio CAI di Torino fu ammesso nel CAAI nel 1911, dopo la traversata del Cervino con il fratello Zenone e il cugino Luigi. Attivo fino in tarda età, fu autore di “prime” di importanza storica, tra cui: Monte Bianco per la cresta integrale dell’Innominata con variante diretta; cresta sud ovest dell'Aiguille de Leschaux; Mont Blanc du Tacul dal gran canalone nord-est; Grandes Jorasses dalla cresta des Hirondelles e dalla cresta di Pra Sec; Aiguille de Trélatête dalla parete nord est; Picco Gugliermina; Lyskamm occidentale dalla parete sud; Tagliaferro dalla parete nord; Gr. Arolla dalla parete sud-sud est. I fratelli Ravelli convertirono l’officina meccanica, impiantata a Torino dal padre, in negozio di articoli sportivi con annesso laboratorio di attrezzi alpinistici in Corso Ferrucci 70, da cui uscirono i bivacchi prefabbricati, conosciuti come bivacchi Ravelli. Cfr. Catalogo Bolaffi dei grandi alpinisti piemontesi e valdostani, a cura del Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi Cai Torino; schede e selezione dei nomi a cura di Roberto Mantovani, Torino : Giulio Bolaffi editore, 2002, p. 70; Enciclopedia della Valle d'Aosta, Pietro Giglio, Oriana Pecchio, Bologna : Zanichelli, 2005, pp. 337-338; Il laboratorio dell'alpinismo : Francesco Ravelli e la fotografia di montagna, a cura di Giuseppe Garimoldi e Alessandra Ravelli, Torino : Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi : Club alpino italiano. Sez. di Torino, 2001.

La ripresa mostra un bivacco fisso costruito dal Club Alpino Accademico Italiano; esso fu fondato nel 1904 dai soci dei gruppi ligure, torinese e valsesiano del CAI allo scopo di riunire gli alpinisti senza guide". Infatti all'epoca la maggior parte degli alpinisti che frequentavano la montagna si avvalevano di guide locali, professionisti che, oltre alla conoscenza del territorio, garantivano esperienza e competenza in campo alpinistico. I fondatori del CAAI erano convinti che gli alpinisti più forti, motivati e adeguatamente preparati potessero affrontare in autonomia anche le salite più impegnative e per agevolare ciò istituirono le prime Scuole di Alpinismo. I soci fondatori furono: Ettore Allegra, Lorenzo Bozano, Ettore Canzio, Mario Ceradini, Teodoro Dietz, Hans Ellensohn, Giovan Battista Gugliermina, G.F. Gugliermina, Adolfo Hess, Adolfo Kind, Ernesto Martiny, Felice Mondini, Emilio Questa, Alfredo Radio Radiis, Ubaldo Valbusa, Alberto Weber. Il primo presidente fu Ettore Canzio. Il maggior contributo dato dal CAAI alla pratica alpinistica cominciò nel 1925 con l'installazione dei primi bivacchi fissi. Queste strutture di lamiera venivano poste nei luoghi di interesse alpinistico più isolati per poter fornire un rifugio di fortuna a coloro che si fossero trovati in quelle zone. Nel 1930 il CAAI fu sciolto per decisione del governo, che stava riorganizzando le associazioni sportive. I soci vennero trasferiti alle rispettive sezioni del CAI di appartenenza. Tuttavia l'anno successivo il CAI ricostituì il Club Alpino Accademico come sezione autonoma. Gli anni Trenta furono l’epoca d’oro del sesto grado, nella quale alpinisti accademici aprirono grandi itinerari sulle Alpi e furono anche autori di guide alpinistiche e di testi di alpinismo. L'alpinismo "senza guide" iniziò ad essere praticato non solo sulle Alpi ma anche sulle montagne extraeuropee. Nel 1934 venne infatti organizzata la prima spedizione extra-europea dell’Accademico nelle Ande argentine. Il CAAI si separò dal CAI nel 1947, per rientrarci nel 1954, vista l'impossibilità di una gestione completamente autonoma, sia dal punto di vista organizzativo che da quello finanziario. Fu reinserito come "sezione nazionale", al pari con l'Associazione Guide Alpine Italiane. Negli anni seguenti il CAAI continuò a riunire i più forti alpinisti italiani, i quali contribuirono alla pratica alpinistica soprattutto con l'apertura di nuove vie e la pubblicazione di guide. Dopo Lorenzo Borelli hanno ricoperto la carica di Presidente Generale: Adolfo Hess (1926), Umberto Balestreri (1929), Aldo Bonacossa (1933), Carlo Chersi (1947), Carlo Negri (1956), Ugo di Vallepiana (1960), Renato Chabod (1975). Dal 1979 al 1991 fu presidente Roberto Osio, dal 1991 al 2000 Giovanni Rossi, dal 2000 al 2006 Corradino Rabbi, dal 2006 al 2015 Giacomo Stefani. Dal 2015 è Presidente Alberto Rampini. Cfr. https://www.clubalpinoaccademico.it/index.php/chi-siamo/la-nostra-storia"

SOGGETTO

Attrezzatura, Bivacchi fissi, Strutture, Club Alpino Accademico Italiano

DESCRIZIONE FISICA

1 pos. b/n gelatina bromuro d'argento su carta 17,8 x 23,8 cm

DOMINIO

Stampa fotografica

NUMERO DI INVENTARIO

F5960

LUOGO DI CONSERVAZIONE

Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino

CATALOGATO DA

Museo Nazionale della Montagna - CAI - Torino