Piccozza Stubai

AUTORE:
Stubai ( Produttore )
DATA:

[1900-1920 circa]


Piccozza Stubai Made in Austria" con manico in legno, punta di ferro all'estremità inferiore, coperta da un tappo protettivo, e lama composta da una becca e da una paletta all'estremità superiore. Sulla becca "aschenbrenner führerpickel ges gesch".

La piccozza è un attrezzo alpinistico utilizzato per la progressione e l'assicurazione su neve o ghiaccio. La piccozza può essere considerata l'evoluzione del bastone da montagna (noto anche come alpenstock o bastone ferrato perché presenta una punta nell'estremità inferiore) da una parte e dell'ascia dall'altra. Infatti le guide che accompagnavano i primi alpinisti agli inizi del 19. secolo per poter superare ripidi pendii di neve dura o ghiaccio utilizzavano delle normali asce per scavare delle tacche (gradini) ove poter appoggiare i piedi con relativa sicurezza. Ben presto comunque il manico dell'ascia si allunga e si dota di una punta per poter surrogare il bastone ferrato e la lama si specializza dividendosi in una becca, adatta ad essere piantata nel pendio di ghiaccio per rendere più sicura la progressione ed una paletta utilizzata per scavare i gradini. Fino agli anni settanta fu costruita in legno (per il manico) e in acciaio. Ora il legno è stato sostituito da acciaio o alluminio ma soprattutto l'attrezzo si è specializzato secondo l'uso: le piccozze per alpinismo o scialpinismo sono caratterizzate da una forma molto simile a quella delle prime piccozze e puntano specialmente alla leggerezza mentre quelle per l'arrampicata su ghiaccio (es. cascate di ghiaccio) presentano una manico curvo, la becca molto inclinata verso il basso (e spesso intercambiabile in funzione del tipo di ghiaccio). Possono essere prive di paletta ed avere al suo posto una massa battente per piantare i chiodi (piccozza-martello, di solito utilizzata in coppia con una piccozza con paletta). L'evoluzione della forma della piccozza si accompagna con quella della tecnica di progressione che a partire dagli anni settanta ha visto la diffusione della progressione frontale o piolet-traction per l'arrampicata su ghiaccio. Riferimenti bibliografici: - Alpinismo su ghiaccio e misto / [testi, disegni e foto Scuola centrale di Sci alpinismo e Scuola centrale di Alpinismo] 2. ed. - Milano : Club alpino italiano. Commissione centrale delle pubblicazioni, 2011.

Piccozza appartenuta a Gino Balzola (1927-1983), pittore e alpinista. Istruttore della Scuola di alpinismo "Giusto Gervasutti" dal 1951, è ammesso al CAAI (Club Alpino Accademico Italiano) nel 1957. Nelle Dolomiti arrampica, tra gli altri, con Toni Egger e con Walter Bonatti. Balzola comincia a disegnare illustrando le relazioni che deve fare per il Club Alpino sulle sue arrampicate, disegna le montagne con puntigliosa precisione indicando i percorsi e i passaggi delle salite effettuate. Nel 1965 guida la sua ultima importante spedizione alpinistica, nelle montagne del Caucaso, in Unione Sovietica (http://www.galleriascroppo.org/docs/balzola_bio.pdf). Riferimenti bibliografici: - Gino Balzola : il pittore che scalava le montagne / a cura di Andrea Balzola e Pino Mantovani ; con testi di Massimo Mila, Giuseppe Garimoldi, Andrea Granchi e un'antologia critica. - Milano : Scalpendi, 2014.

Donazione Becherini del 28 giugno 2013. "

SOGGETTO

Alpinismo, Attrezzature, Balzola, Luigi , Piccozze

DESCRIZIONE FISICA

1 piccozza 67,5 x 31 cm

DOMINIO

Manufatti (in generale)

NUMERO DI INVENTARIO

OG953

LUOGO DI CONSERVAZIONE

Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino

CATALOGATO DA

Museo Nazionale della Montagna - CAI - Torino