[Salendo a Punta Gnifetti] Francesco Ravelli

AUTORE:
Ravelli, Francesco ( Fotografo )


Stampa a contatto da negativo originale. Per il negativo corrispondente, cfr. neg. b/n su pellicola 13 x 18 cm, 2.3.58/IX/002

Data attribuita in base a confronto bibliografico, cfr. Il laboratorio dell'alpinismo : Francesco Ravelli e la fotografia di montagna, a cura di Giuseppe Garimoldi e Alessandra Ravelli, Torino : Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi : Club alpino italiano. Sez. di Torino, 2001, p. 40

Francesco Ravelli (Orlongo 1885 – Torino 1985) detto “Cichìn” cominciò la carriera alpinistica nel 1906 con la salita alla Punta Gnifetti, coltivando contemporaneamente l’hobby per la fotografia, che gli consentì di lasciare ricca documentazione delle sue salite e della loro preparazione. Non solo ripetitore di grandi vie, ma anche scopritore di itinerari nuovi, nel 1909 iniziò il lungo sodalizio con i fratelli Gugliermina, con i quali effettuò numerose prime. Socio CAI di Torino fu ammesso nel CAAI nel 1911, dopo la traversata del Cervino con il fratello Zenone e il cugino Luigi. Attivo fino in tarda età, fu autore di “prime” di importanza storica, tra cui: Monte Bianco per la cresta integrale dell’Innominata con variante diretta; cresta sud ovest dell'Aiguille de Leschaux; Mont Blanc du Tacul dal gran canalone nord-est; Grandes Jorasses dalla cresta des Hirondelles e dalla cresta di Pra Sec; Aiguille de Trélatête dalla parete nord est; Picco Gugliermina; Lyskamm occidentale dalla parete sud; Tagliaferro dalla parete nord; Gr. Arolla dalla parete sud-sud est. I fratelli Ravelli convertirono l’officina meccanica, impiantata a Torino dal padre, in negozio di articoli sportivi con annesso laboratorio di attrezzi alpinistici in Corso Ferrucci 70, da cui uscirono i bivacchi prefabbricati, conosciuti come bivacchi Ravelli. Cfr. Catalogo Bolaffi dei grandi alpinisti piemontesi e valdostani, a cura del Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi Cai Torino; schede e selezione dei nomi a cura di Roberto Mantovani, Torino : Giulio Bolaffi editore, 2002, p. 70; Enciclopedia della Valle d'Aosta, Pietro Giglio, Oriana Pecchio, Bologna : Zanichelli, 2005, pp. 337-338; Il laboratorio dell'alpinismo : Francesco Ravelli e la fotografia di montagna, a cura di Giuseppe Garimoldi e Alessandra Ravelli, Torino : Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi : Club alpino italiano. Sez. di Torino, 2001.

La stampa raffigura la punta Gnifetti la punta Gnifetti salita per la prima volta da Francesco Ravelli nel 1906; cfr Il laboratorio dell'alpinismo : Francesco Ravelli e la fotografia di montagna, a cura di Giuseppe Garimoldi e Alessandra Ravelli, Torino : Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi : Club alpino italiano. Sez. di Torino, 2001, p. 162. La prima ascensione fu compiuta il 9 agosto 1842 dal parroco di Alagna Giovanni Gnifetti con Cristoforo Ferraris, Cristoforo Grober, Giacomo e Giovanni Giordani, Giuseppe Farinetti e due portatori. Giovanni Gnifetti aveva già tentato l'ascesa il 26-27 luglio 1834, il 28-29 giugno 1836 e il 12 agosto 1839. Cfr Silvio Saglio e Felice Boffa, Monte Rosa, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1963, pp.241-242. La Punta Gnifetti costituisce un punto orografico di primaria importanza. Dalla vetta partono tre creste montuose: una va verso nord e passando per la Punta Zumstein conduce alla Punta Dufour; un'altra va verso sud-ovest e conduce alla Punta Parrot, al Ludwigshöhe e poi al Colle del Lys; la terza infine scende verso est e forma la cosiddetta Cresta Signal. A un versante svizzero modesto e totalmente rivestito di neve e ghiaccio (dove passa la via normale), si contrappongono le due facce a strapiombo sull'Italia, la prima verso Macugnaga, lungo la parete est del Monte Rosa, la seconda verso Alagna Valsesia culmine della Parete valsesiana del Monte Rosa. Su entrambe le pareti sono stati aperti nel corso degli anni, superbi itinerari, alcuni tra i più difficili e lunghi delle Alpi. La vetta, per la sua particolare collocazione ed in condizioni di buona visibilità, può essere osservata da buona parte della pianura padana. Dal 1893 vi si trova il Rifugio Regina Margherita, il rifugio alpino più alto d'Europa.

SOGGETTO

Attrezzature, Alpinisti, Funi, Alpi Pennine, Punta Gnifetti, Monte Rosa

DESCRIZIONE FISICA

1 pos. b/n gelatina bromuro d'argento su carta 12,5 x 17,5 cm

DOMINIO

Stampa fotografica

NUMERO DI INVENTARIO

F7036

LUOGO DI CONSERVAZIONE

Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino

CATALOGATO DA

Museo Nazionale della Montagna - CAI - Torino