[1880-1890]
Il bastone che veniva utilizzato per frenare la discesa e per spingere lo sciatore era molto più lungo degli attuali bastoncini e poteva avere un piattello per non sprofondare nella neve. Oltre a garantire l'equilibrio dello sciatore, il bastone per metteva la cosiddetta tecnica “a raspa“ permettendo tutte le curve necessarie per evitare gli ostacoli e per ridurre la velocità nei pendii più ripidi. Era impugnato con le due mani e poteva disporre di lacci da far passare intorno ai polsi. Entrambi gli sci sono di tipo “meridionale, ovvero più stretto e più lungo di quello “artico“ e con le code tronche e non rialzate: quello di sinistra dispone di un attacco tipo Osier, dotato di cinghietti in cuoio che permettevano di ancorare, oltre la punta, anche il tallone; quello di destra, tipo ideato da S. Nordheim, ha un attacco in giunco ricurvo accoppiato ad un sistema di lacci in cuoio, per mantenere più stabile la traslazione laterale del piede rispetto lo sci. A inizio '900 si diffusero anche attacchi cosiddetti “a suola“ che sfruttavano l'elasticità di una lunga pedana sulla quale veniva fissato lo scarpone: di questo tipo sono gli attacchi chiamati Balata (o anche chiamato “Sole and Cap“) o gli attacchi Bilgeri. Riferimenti bibliografici: A. Audisio e V. Lisino. Collezionisti di Montagne, Priuli e Verlucca, Scarmagno, 2014 (p. 81)."
Sci, Sci
Manufatti (in generale)
OG268
Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino
Museo Nazionale della Montagna - CAI - Torino