[1920-1940]
Per la stampa corrispondente cfr. 2.1.766/VI/004.
Francesco Ravelli (Orlongo 1885 – Torino 1985) detto “Cichìn” cominciò la carriera alpinistica nel 1906 con la salita alla Punta Gnifetti, coltivando contemporaneamente l’hobby per la fotografia, che gli consentì di lasciare ricca documentazione delle sue salite e della loro preparazione. Non solo ripetitore di grandi vie, ma anche scopritore di itinerari nuovi, nel 1909 iniziò il lungo sodalizio con i fratelli Gugliermina, con i quali effettuò numerose prime. Socio CAI di Torino fu ammesso nel CAAI nel 1911, dopo la traversata del Cervino con il fratello Zenone e il cugino Luigi. Attivo fino in tarda età, fu autore di “prime” di importanza storica, tra cui: Monte Bianco per la cresta integrale dell’Innominata con variante diretta; cresta sud ovest dell'Aiguille de Leschaux; Mont Blanc du Tacul dal gran canalone nord-est; Grandes Jorasses dalla cresta des Hirondelles e dalla cresta di Pra Sec; Aiguille de Trélatête dalla parete nord est; Picco Gugliermina; Lyskamm occidentale dalla parete sud; Tagliaferro dalla parete nord; Gr. Arolla dalla parete sud-sud est. I fratelli Ravelli convertirono l’officina meccanica, impiantata a Torino dal padre, in negozio di articoli sportivi con annesso laboratorio di attrezzi alpinistici in Corso Ferrucci 70, da cui uscirono i bivacchi prefabbricati, conosciuti come bivacchi Ravelli. Cfr. Catalogo Bolaffi dei grandi alpinisti piemontesi e valdostani, a cura del Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi Cai Torino; schede e selezione dei nomi a cura di Roberto Mantovani, Torino : Giulio Bolaffi editore, 2002, p. 70; Enciclopedia della Valle d'Aosta, Pietro Giglio, Oriana Pecchio, Bologna : Zanichelli, 2005, pp. 337-338; Il laboratorio dell'alpinismo : Francesco Ravelli e la fotografia di montagna, a cura di Giuseppe Garimoldi e Alessandra Ravelli, Torino : Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi : Club alpino italiano. Sez. di Torino, 2001.
a ripresa è dedicata al versante Nord Ovest del Monviso (Vísol ['vizʊl] in occitano, Viso ['vizʊ] in piemontese - 3.841 m s.l.m.) – detto anche Re di Pietra – la montagna più alta delle Alpi Cozie. Con una prominenza di 2.062 metri, la decima dell'intero arco alpino e la ventitreesima in tutta Europa, la montagna è ben visibile dalla pianura padana occidentale per via della sua forma piramidale e la sua altezza di oltre 500 metri superiore ai picchi circostanti. È anche conosciuto perché ai suoi piedi (Pian del Re) si trova la sorgente del fiume Po, il corso d'acqua più lungo d'Italia. Dal 29 maggio 2013 è diventato patrimonio dell'UNESCO come riserva della biosfera transfrontaliera con la Francia, inoltre dal 2016 esso fa parte del Parco Naturale del Monviso sul settore italiano, mentre su quello francese insiste il Parco Naturale del Queyras. La prima spedizione completamente italiana a raggiungere la vetta del Monviso fu quella del ministro biellese Quintino Sella nel 1863. La prima ascensione invernale fu effettuata il 22 gennaio 1878 dall'alpinista Leopoldo Barale con le guide di Balme Giuseppe e Antonio Castagneri e Antonio Bogiatto. La prima salita della parete nord-ovest fu effettuata il 12 agosto 1879 dai francesi Paul Guillemin e André Salvador de Quatrefages, con le guide Giraud Lezin e Émile Pic. Cfr. M. Bruno, Monte Viso, Alpi Cozie Meridionali, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1987.
Monviso, Visolotto, Alpi Cozie
1 neg. b/n gelatina bromuro d'argento su vetro 9 x 12 cm
Negativo fotografico
F5343
Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino
Museo Nazionale della Montagna - CAI - Torino